Le azioni militanti dei giovani europei e la legge della Regione Puglia sugli adolescenti
Una ricerca pre-Covid dell’Istituto Francese per la Gioventù e l’Educazione Popolare mostra un trend in crescita, tra le/i giovani tra 14 e 30 anni, nelle attività di impegno sociale e civile. Segnatamente, tra il 2017 e il 2019, si rileva un aumento del 4% sia tra chi ha “firmato una petizione o difeso una causa su internet, su un blog, su un social media” (dal 41% al 45%) che tra chi ha “partecipato ad una manifestazione, uno sciopero, una occupazione” (dal 13% al 17%).
Sono numeri che confermano come la Generazione Z – a differenza di quella che l’ha preceduta- abbia una forte sensibilità per i problemi globali ed in particolare per la questione ambientale, come peraltro certifica la diffusione pressochè mondiale dello Skolstrejk för klimatet di Greta Thunberg.
Ma sono numeri che ci dicono anche dell’importanza dell’On Line nelle azioni di promozione sociale e di empowerment dei giovani.
Importanza che il lockdown causato dalla pandemia di Covid19 ha amplificato.
Per questo è necessario che le Associazioni (non le aziende mascherate da ong a caccia di denaro e di contatti da rivendere) si pongano la sfida di costruire opportunità di partecipazione e di formazione giovanile sia in presenza che in rete.
In questo senso, salutiamo con qualche speranza l’approvazione all’unanimità lo scorso mese di giugno da parte del Consiglio Regionale della Puglia di una proposta di legge “Misure regionali in favore degli adolescenti”, che introduce interessanti novità come il riconoscimento della figura dello youth worker (o animatore socio educativo); la costruzione di spazi di aggregazione e di in/formazione; l’introduzione del servizio civile per adolescenti; l’introduzione della youth card; il rilascio di certificazione di competenze extrascolastiche e in particolare dello youth pass; l’attenzione al sostegno della mobilità regionale, nazionale e internazionale dei ragazzi.