Creare un modello di intervento legato ad una logica territoriale “integrata”, basato su un approccio di azione interculturale partecipativa, che identifica nella condivisione di necessità ed opportunità tra la popolazione rifugiata e la comunità locale, il perno principale su cui si basano i processi di inclusione e integrazione.
CONTESTO
Negli ultimi anni, la gravità delle crisi umanitarie, politiche e climatiche verificatesi nelle regioni del Medio Oriente, Africa settentrionale e sub-sahariana, ha incrementato il flusso degli spostamenti Sud-Nord in tutta l’area del Mediterraneo. L’impatto di tali flussi non programmati, sui paesi di approdo si è tradotto in un incremento delle richieste d’asilo in tutta l’Unione europea. In Italia, in particolare, l’aumento dei flussi forzati ha portato ad un aumento dei richiedenti asilo e a una relativa pressione sulla rete dell’accoglienza.
“Laboratorio di umana solidarietà” si propone di testare un modello di intervento legato ad una logica territoriale “integrata”, basato su un approccio di azione interculturale partecipativa che garantisca una forma di assistenza pensata non solo in termini di bisogni individuali, ma che prelude l’individuazione di soluzioni comunitarie sostenibili, sperimentando in maniera concreta il concetto di cittadinanza attiva.
Il progetto intende incrementare la capacità di autonomia da parte dei rifugiati e richiedenti presenti sul territorio leccese, garantendo medesime opportunità anche a coloro che, per varie ragioni, sono esclusi da percorsi di accoglienza e che, quindi, hanno un accesso limitato ai beni e servizi essenziali.
Tale risultato sarà raggiunto attraverso l’attivazione di uno sportello aperto al pubblico all’interno del quale saranno attivati servizi di informazione e formazione specifici per la popolazione rifugiata e per i migranti in genere. Tali servizi consentiranno il supporto alla vita quotidiana e attività di formazione specifica per l’avviamento al lavoro, all’alfabetizzazione, l’accompagnamento legale, sanitario e il supporto abitativo.
Il progetto prevede tre fasi durante le quali si svilupperanno tre tipologie di attività volte a informare, includere e orientare i destinatari:
Fase 1: Attività informative e formative di base
Attività volte ad orientare ed accompagnare i rifugiati nel percorso di conoscenza del territorio, dei servizi presenti e delle opportunità che offre. Ciò consentirà ai beneficiari del progetto di rafforzare le capacità di interagire con il territorio nella fruizione dei servizi e nell’attivazione di reti sociali allargate. Sono previsti altresì corsi di apprendimento della lingua italiana durante tutto l’anno.
Fase 2: Attività inclusive
Al fine di creare un tessuto sociale accogliente, il Laboratorio di Umana Solidarietà promuoverà piccole iniziative pubbliche, aperte alla cittadinanza ed in particolare ad attori privilegiati del territorio (servizi pubblici, enti di categoria, scuole..), durante le quali informare e sensibilizzare alla realtà dei rifugiati.
Fase 3: Attività orientative e professionalizzanti
In questa fase si concentrano tutte le attività più strettamente legate alla dimensione di autonomia economica dei rifugiati. Il servizio principale che lo sportello offre ai beneficiari è il bilancio delle competenze, attraverso cui si cerca di orientare alle opportunità presenti sul territorio rispetto alle aree di interesse, e l’orientamento all’inserimento lavorativo. E’ previsto il supporto nel disbrigo burocratico delle pratiche per il riconoscimento di eventuali titoli di studio o professionali posseduti, ed in generale alle modalità di funzionamento del sistema di istruzione e formazione italiano e regionale e la normativa di riferimento per l’accesso a tale diritto. L’offerta formativa presente sul territorio viene costantemente mappata e monitorata per cercare di soddisfare le aspettative dei beneficiari.
Attraverso la creazione di una rete territoriale di stakeholders e di attori pubblici e privati che operano nel campo dell’accoglienza e dell’integrazione, si intende incrementare la capacità di autonomia da parte dei rifugiati presenti sul territorio della Provincia di Lecce, in particolare garantendo medesime opportunità anche a coloro che, per varie ragioni, sono esclusi da percorsi di accoglienza e che, quindi, hanno un accesso limitato ai beni e servizi essenziali.
Le competenze varie e “l’entusiasmo operativo” dei volontari di Terzo Millennio e della rete troveranno il proprio compimento nell’attivazione del Laboratorio di Umana Solidarietà, un vero e proprio sportello aperto al pubblico all’interno del quale saranno attivati servizi di informazione e formazione specifici per la popolazione rifugiata e per i migranti in genere. Tali servizi consentiranno dal reperimento di informazioni relative alla vita quotidiana ad attività di formazione specifica per l’avviamento al lavoro, all’alfabetizzazione ed ai corsi di italiano, all’accompagnamento legale, sanitario e al supporto abitativo.